Girolamo Forni

Il committente di Villa Forni Cerato 

Villa Forni Cerato è stata commissionata da un proprietario ricco, ma non nobile: Girolamo Forni, agiato mercante di legnami (fornitore di numerosi cantieri palladiani, a cominciare da quello di palazzo Chiericati), amico di artisti come Alessandro Vittoria e pittore egli stesso, collezionista di antichità e Accademico Olimpico.

Una poliedrica personalità

Girolamo Forni, detto Girolamo della Grana o anche Girolamo dai Forni (Montecchio Precalcino, 1530 ? – Vicenza, 1610), è stato un imprenditore, pittore ritrattista, collezionista d’arte e commerciante di legname italiano, membro dell’Accademia Olimpica vissuto tra il XVI e il XVII secolo nel vicentino.

Un’infanzia difficile

Girolamo Forni, rimasto orfano in tenera età, fu aiutato dallo zio, fra Giampietro dai Forni dell’Ordine dei frati minori conventuali, insieme al fratello Iseppo, più anziano, e a cinque sorelle quando ancora erano minorenni. Il padre, pure di nome Girolamo, proveniente da Forni di Valdastico, si era trasferito a Montecchio Precalcino, dove era certamente presente nel 1528 come attesta un documento notarile.

Girolamo Forni è documentato nel pieno possesso delle sue facoltà giuridiche almeno agli inizi del 1550. Oltre ad avere una considerevole attività di commercio di legnami, appare come Hieronimo dipintore nel registro della parrocchia dei Santi Vito e Modesto di Montecchio Precalcino. Il suo contemporaneo Giacomo Marzari, parla di lui ne “La Historia di Vicenza” come collezionista d’arte.

Il fornitore di legname di Andrea Palladio

Accademico Olimpico, fornì il legname necessario alla costruzione di alcuni allestimenti teatrali per l’istituzione e si fece rappresentare in forma di statua nell’attico della scenafronte, nel terzo ordine superiore, in angolo con la versura sinistra. Sulla base della statua è incisa l’iscrizione HIERONI FURNIO HIER F. I registri dei conti dei cantieri delle Logge della Basilica Palladiana, Palazzo Chiericati, Palazzo Porto riportano con certezza il suo ruolo di fornitore di legname.

Un colto imprenditore del Rinascimento vicentino 

Nella carriera di imprenditore, oltre a quella di commerciante di legname, è documentata la sua attività di affittanziere, raccoglitore di colte e immobiliarista. Morì a Vicenza nel 1610 e chiese di essere seppellito nella Chiesa dei Carmini, dove era già stata inumata la moglie Isabella nel 1605.

Una vita straordinaria

Villa Forni Cerato Foundation ha pubblicato, nel settembre 2022 la sua biografia, che racconta la sua vita in prima persona, con una dettagliatissima bibliografia ragionata, portando alla luce un uomo non nobile di origini ma nobile d’animo, artista e filantropo anche oltre la propria morte, come dimostra il suo testamento, qui trascritto integralmente.

Pittore ritrattista

La sua abilità nel campo del ritratto è registrata dallo storico Giacomo Marzari nel 1591: “i ritratti suoi [di Girolamo] hanno ben spesso ingannato il vivo senso delle genti, che hanno creduto esser vero quello, che era dipinto” (La historia di Vicenza del sig. Giacomo Marzari fu del sig. Gio. Pietro nobile vicentino Nuovamente posta in luce, In Venezia: appresso Giorgio Angelieri, 1591, Libro II, pp. 211-212). Personalità di spicco nell’ambiente vicentino, “di affabile natura, di belle e pulite lettere” (G. Gualdo, 1650), Girolamo Forni fu anche pittore ritrattista. Egli scelse di esercitare la sua arte, per diletto, in un genere – il ritratto – considerato “minore” e di riservare le sue abilità alla cerchia ristretta degli amici. Un’unica opera religiosa, purtroppo perduta, gli è assegnata: si tratta di un’Immacolata Concezione (già nella chiesa di San Biagio Nuovo, Vicenza). Poco si sa sulla sua formazione, ma i ritratti che gli sono attribuiti mostrano una conoscenza del fare pittorico di artisti vicentini come Giovanni Antonio Fasolo e Alessandro Maganza. Attualmente, le sue opere inventariate si trovano tra Europa e Stati Uniti e di seguito viene presentata una selezione.

Il suo “cordialissimo amico” Alessandro Vittoria 

Nel 1576, Girolamo Forni con Vincenzo Scamozzi e Bartolomeo Ridolfi, ingaggiarono un barcaiolo affinché andasse a prelevare l’amico Alessandro Vittoria a Venezia dove era scoppiata la peste. Alessandro Vittoria soggiornò quindi come ospite per diversi mesi in Villa Forni Cerato e per sdebitarsi realizzò alcune opere; alcune sono ancora conservate nella Villa, mentre altre vennero alienate nel ‘900.

Trascrizione integrale del testamento di Girolamo Forni

Nel nome del sig. Nostro Giesu Christo e così sia. L’anno dalla sua natività 1610 l’inditione 8 il giorno di domenica 10 del mese di Gienaro in Vicenza nel loco del castello in la casa dell’habitazione dell’infrascritto sig. Gierolamo Forni q. d’un altro D. Gieronimo cittadino di Vicenza il quale giaceva in detto loco in letto infermo però di buona loquela et memoria et havendomi esso mandato a chiamar come nodaro per fare il suo ultimo testamento mi diede in mano due fogli di carta de sua mano scritti con cancellature et altro et volse ch’io li leggessi e poi letti e considerati ordinò che havesse a scrivere questo presente suo testamento nel modo et forma che qui seguiterà havendo ripigliato li detti fogli e quelli lacerati volendo che questo sia il suo ultimo testamento, cioè

Nel nome de Dio padre figliolo et spirito Santo, et del suo Sant.mo lume guidato io Gieronimo Forni q. altro Gieronimo sano della mente se ben del corpo infermo darò ordine alle cose mie ma debo prima vogliermi et riavere al Clementissimo Padre et Signore con ogni veniale affetto di cose et riverenza di spirito ringraziar come facio la infinita misericordia tua che non risguardando ponto alli errori et peccati miei et all’offese fatte alla grandezza e bontà tua ti sei degnato haver pietà di me misero peccatore e compassionare la debolezza mia e protegermi con la santissima gratia tua sino a questa mia senil età e soprattutto debbo racomandar a te quest’anima che tu pura e monda mi concedesti e da me poi imbratata et machiata hai col tuo prezioso sangue e con tanta carità spargesti nella croce lavata e purgata perché possi fruire quell’eterno bene che volesti mercè tua donare a chi fermando tutte le sue speranzenella clemenza tua niente di se stesso fidando in te solo si possa e da te solo dipende.

Et venendo alla dispositione il corpo mio quando piacerà a Dio chiamarmi, voglio che sia posto nella mia sepoltura alli Carmeni senz’alcuna pompa ma con quella modestia e temperantia christiana che parerà alli miei Commissari ecc.

Lasso per amor de Dio alli poveri prigionieri duc. Dieci per una sol volta.

Item voglio che dalli mieii commissarii e in loro elettione siano maritate tre dongielle di buona conditione e fama in loro coscientia con ducati 10 per ognuna di esse per amor de Dio in salute mia.

Lassio al ven. Pre fra Gio Batta vicentino mio confessore dell’ordine di San Michele tutte le ragioni et actioni quale posso avere in una sepoltura del q. mes. Vicenzo del Toso mio cugnato e altro che si atrova in San Michele che ne possi dispore come poteva me stesso.

Item che sia dato qualche cosa per elemosina a donna Anna da Schio come tre ducati in circa compartiti per una sol volta per suoi bisogni, la qual dona sta ala fontana dell’Angeli.

Lasso a Lorenzo Baruffa mio servitor un ducato per una sol volta oltre il suo salario.

Lasso a donna Fiore mia serva de casa che in vita sua tanto li sia dato e pagato ogni anno stara quatro de formento e un mastello di vino buono e habbi ad aver una casa de nogara de le mie come ho detto anco a uno delli miei Commissariiet che lei sia tenuta in casa sino alla venuta del Char.mo Ill.mo sig. Conte Lunardo Valmarana uno delli miei commissarii.

Lasso per ragion di legato e con ogni altro miglior modo a Oratio de m. Battista fabro da Pieve, et a mes. Zuanne merzaro di Boldrini sta in Thiene miei parenti duc. cento per ognuno d’essi per una sol volta.

Lasso ancora a mad. Lucretia Ceratta per una sol volta duc.20 e a Giacomin nepote da Pieve duc. 30ancor lui per una sol volta. Et tutti li suddetti legatisiano pagati con comodità un tanto all’anno come parerà a miei commissarii quali habbiano questa cura et carico come confido per amorevolezza loro faran.

Ordino e Prego li miei Commissarii che faccino accomodar nel mio loco e casa di Montechio Precalzin sopra li camini de le due camere con maniera bella e honorata e che stia bene la mia testa e ritratto di stucco nella camera sopra l’horto et quello dell’Ill.mo sig. Cardinal Bembo nella camera dove dormo quale tutte due sono nel mio studio et le quale come fattura del già sig. Alessandro Vittoria mio cordialissimo Amico meritano d’essere conservate e le meti in opera il figliuolo del M. Francesco scultore sta in Pedemuro che so lo farà volentieri per amor mio essendo però soddisfatto della mercede sua. Il resto de le cose de rilievo, dissegni, pitture, quadri miei e del mio studio lasso che secondo il parere de miei Commissarii siano con ogni megior modo venduti e il tratto investito per mettà a beneficio de miei heredi fuori che alcuna cosa che piaccesse alli detti miei Commissarii e in specie al sig. Gio. Batt. Liviera alcuna coseta de rilievo e dissegno come quello che anco ne ha qualche gusto per amorevolezza e mia memoria, come ho detto in ciò a bocca del sig. Francesco Ceratto tutti dui miei commissarii. Et in questo vender e investita sia eseguito quanto meglio parerà convenirsi alli stessi commissarii, li quali voglio e prego siano il molto Ill.re sig. il Conte Lunardo Valmarana mio amorevolissimo signore, il sig. Francesco Ceratto con il sig. Gio. Battista Liviera miei carissimi e de quali mi confido che aceterano tal incarico et che faranno con ogni amore e carittà quanto reputeranno esser giusto e honesto.

Voglio che subito seguita la mia morte il tutto sia dalli commissarii inventariato così de mobili de casa de Vicenza come de villa ne sia mosso cosa alcuna senza il loro ordine et in caso che il molto Ill.re sig. Conte Lunardo fosse absente al tempo della mia morte sia aspetata la sua venuta ma però il tutto stia sotto custodia delli dui Commissarii siano anco inventariati li miei crediti denari se ne lasserò et scritti, et voglio che il sig. Francesco Ceratto mio cordialissimo amico habbi lui la cura e il carico del denaro del scoder e pagare che così l’ellego lui e di lui confido per il buon amore ch’è sempre fra noi passato et per l’obblighi e debito qual secco tengo et delle sue fatiche e di queste che farà intendo che sia statisfatto e pagato (omissis).

E perché mi atrovo haver nella villa de Montechio Precalcino una possessione con belle buone e honorate fabriche sopra, da me rodata (sic) e redote nell’onorato e bel statto che si atrovano e desidero io somamente e volendo per ogni modo che venghino bene e honoratamente mantenute e atese di tutto punto, ho avuto così anco sempre pensiero di conditionarla perché possi e sia delli infra da me chiamati e essa possessione e le cose e fabriche con li fornimenti suoi che lasserò in quella e per quelle insieme anco con due fitti… Pertanto voglio che siano sottoposte a strettissimo fideicommisso e proibisco affatto ogni alienatione di quella manco in una minima parte ecc. Dunque lasso detta possession e beni alli figlioli de Mes. Zuane Ceratto mio nipote, cioè Iseppo, Gieronimo, e Baldissera et alli figli e discendenti maschi legitimi e naturali e di vero e legitimo matrimonio nati e procreati sustiturndoli uno all’altro sino che vi sarà di tal discendenza, intendo sempre solamente delli maschi legitimi naturali e di legittimo matrimonio nati e procreati… (omissis).

Eredi universali de tutti l’altri miei beni mobili stabili rasoni e attioni d’ogni sorte voglio che siano gli suddetti figliuoli de mes. Zuanne Ceratto mio nipote, cioè Iseppo, Gieronimo e Baldissera e ognuno d’essi egualmente e con eguale portione e parte. Quali ordino vivano da huomeni da bene proibendoli a fatto il gioco de le carte e che obediscano li Commissarii alli quali racomando et le persone et la roba che io li lasso ecc.

  • Io Hieronimo Forni afermo il tutto di sopra scritto esser così la mia volontà et aver ordinatto et costituitto quanto di sopra è scritto.
  • Io Francesco Ceratto suddetto pregato del sig. Gieronimo ho scritto quanto è per lui stato detto di sopra scritto et relettopiù d’una volta confirmato con la sua sottoscritione.
  • Io Guanne Pallavicino q. ser. Gio. Francesco pregato dal sig.Gieronimo Forni ho sottoscritto il presente suo testamento et fuori sigillato.
  • Io Baldissera Trissino fiollo del sig. Iseppo Trissino pregato come di sopra ho sotoscritto e sigilato.
  • Io Giombattista Camarela q. D. Marcantonio pregato come di sopra ho sotoscritto et sigilato.
  • Io Ludovico Cartolari q. Iseppo pregato come si sopra ho sotoscritto e sigilato con il mio sigillo della casa Cartolara.
  • Io Anzolo Roman q. D. Matio così pregato come di sopra e sotoscrito e sigillato.
  • Io Giacomo Zancan così pregato ho sottoscritto et sigillato come di sopra.

Die Martis 26 Januarii 1610

Coram Ill.mo D. Antonio Marcelo pro Ser.mo ducali dominio Venetiarum Vincentiae et districtus potestate meritissimo esistente in camera sue solite residentiae.

Comparuit D. Olivus de Bonaguriis intervenies in hoc nomine D. Ioannis q. D. Nicolai Cerratti patris et nomine filiorum suorum Iosephi Hieronimi et Baldesaris et dominationi suae Ill.mae exposuit hoc maneex hac vita migrasse Dominum Hieronimum q. alterius D. hieronimi a Farnis suo condito testamento in scriptis exsistente penes Dominum Franciscum Cerattum Not. de eo rogatum. Quod testamentum dictus esponens que supra nomine reverenter instetit aperiri (omissis).

Ex libro Decretorum D. Nicolai Bernardo Not. ad Officium Sigilli.

Octavius Colzadus Not. Coadiutor.[/text]

ASVi, Notarile, Francesco Cerato, b.8816, 10 gennaio 1610