Nota Ufficiale sull’opera di restauro

Villa Forni Cerato Foundation è garante del Manifesto del 9 marzo 2020 che è pubblicato nel sito ufficiale. A tutela dell’omonimo Monumento Patrimonio dell’Umanità, è responsabile delle scelte di restauro conservativo archeologico adottate.

I tre principi su cui si basa sono:

  1. Non permettere nessuna trasformazione né riuso. Vogliamo mantenere il luogo inalterato per un utilizzo come museo di sé stesso, luogo di costanti ricerche e approfondimenti, e certamente di continue nuove scoperte.
  2. Mirare ad un restauro ESEMPLARE, cioè trasparente, documentato, imitabile, perché deve essere timido, perenne e partecipativo.
    • TIMIDO, quindi non invasivo, ma solo conservativo; senza aggiunte di luce elettrica, acqua o riscaldamento. Qui non è ammessa alcuna trasformazione: un monumento ha la funzione di “ricordo” e di “testimonianza” e l’inserimento di nuove funzioni, piccole o grandi, visibili o non, moderne o classiche, potrebbe tradirlo. Nulla di noi contemporanei deve rimanere dopo l’opera di conservazione del bene storico. Ma un immobile con 450 anni di vita necessita di un intervento di consolidamento strutturale, e questo implica necessariamente delle attività invasive. È come un intervento chirurgico operato da un team di medici per un paziente molto anziano: certo il chirurgo insiste per trapiantare organi interni più giovani, come l’ingegnere strutturista intende consolidare la staticità del bene, mentre il chirurgo plastico vorrebbe ricostruire funzioni estetiche, eliminando le rughe che invece sono un naturale segno dell’età; qui l’unico obiettivo è quello di mantenere integro il Monumento nel tempo, proteggerlo da intemperie o vandalismi, e garantire la sicurezza del visitatore. 
    • PERENNE, affinché la Villa non venga mai più abbandonata a sé stessa. Il restauro si prefigge di riportare l’oggetto di intervento alla veste originaria, senza alcuna fretta, liberandolo da superfetazioni che rendono poco leggibili l’intento stilistico che lo connota. Il ripristino va cautamente pesato e valutato, sulla base soprattutto dell’importanza e del valore documentale e storico di quanto si intende ricostruire. Le eventuali minime nostre scelte che possono creare modifiche, devono essere ben documentate, avere motivazioni filologiche, oggettive, inconfutabili. Poiché future ricerche potranno suggerire scelte differenti e migliori delle attuali, è certo che ogni dettaglio deve essere sempre ampiamente documentato, al pari di un esperimento scientifico, certificabile e ripetibile. All’interno di una dialettica ispirata al dubbio e quindi al confronto critico sulle diverse opzioni, occorre sempre essere consapevoli che, davanti ad un problema conservativo, è necessario porsi in modo non pregiudiziale o dogmatico, evitando la sovrapposizione di proposizioni teoriche ad una realtà costantemente mutevole e dunque mai iscrivibile entro tipologie prefissate. Gli elementi conoscitivi, le riflessioni critiche e le esperienze accumulate nel corso del programma di lavoro devono essere considerati patrimonio di chiunque coltivi interessi analoghi.
    • PARTECIPATIVO, opera di più esperti e mai di un singolo. Ci sono e ci saranno scelte da fare, sia per il restauro conservativo che per il consolidamento strutturale. L’architetto Progettista Direttore dei Lavori deve elencare i vari problemi, aggiungendo eventualmente una sua proposta di soluzione, così che ciascun partecipante del Gruppo di Lavoro possa proporre il proprio pensiero di scelta progettuale, in forma dialettica, di confronto, forse addirittura in forma conflittuale. Tali osservazioni dei problemi devono derivare dalla lettura comparata di vari studi:
      • i rilievi dello stato attuale,
      • le analisi dei sondaggi eseguiti,
      • i risultati della ricerca storica, scritta o grafica
      • la letteratura critica su Villa Forni Cerato e sulle opere di Palladio.

     Bisogna che i componenti del Gruppo di Lavoro possano confrontare le loro scelte con un Tavolo di Confronto, il più ampio e competente possibile, libero da condizionamenti o interessi che non siano di natura culturale. Attorno al tavolo si confronteranno ingegneri strutturisti, architetti, restauratori, artigiani del legno, storici, chimici e fisici di laboratorio, esperti in dendrocronologia, archeologi, oltre ad esperte maestranze. Vogliamo che gli esperti possano discutere pubblicamente su cosa è giusto e cosa non è giusto fare; solo così il Gruppo di Lavoro diventerà libero di fare un restauro conservativo esemplare.

  1. Rispettare il luogo come “sacro”, riservato a chi conosce Palladio e ama l’arte, l’architettura, la storia. Villa Forni Cerato è un monumento non adatto a folle di turisti e vietato a “clienti”; nulla sarà fatto per attrarli con eventi non compatibili con questo monumento.

Proprio dalla delicatezza di questo monumento e dalla consapevolezza che ci sia il dovere di tramandarne l’esistenza, ha origine questo sentimento profondo di rispetto, di attenzione e di cura, che guida il lavoro di progettazione del restauro della Villa. La presenza di un lungo periodo di abbandono, deplorevole e distruttivo, ha fatto nascere la volontà di conservare e valorizzare ad ogni costo questo straordinario edificio, proprio come ha chiesto nel 1610 il suo committente Girolamo Forni.

Ivo Boscardin  –  Presidente di

Villa Forni Cerato Foundation

07.12.2022

Ad aprile del 2021 Villa Forni Cerato Foundation ha pubblicato una descrizione di tutte le indagini preliminari avviate nel 2018. La campagna conoscitiva scientifica prosegue durante lo svolgimento dei lavori.

 

Ad ottobre 2023 Villa Forni Cerato Foundation ha pubblicato gli atti del Seminario Conoscenza “archeologica” e restauro di una fabbrica rinascimentale, a cura di Ugo Soragni, svoltosi il 07 dicembre 2022 presso la Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università di Padova.